"Gesù si è astenuto dal giudicare in colpa i peccatori con i quali si è incontrato. All'adultera: "Nessuno, donna, ti ha condannato?" - "Nessuno, Signore!". "Neppure io ti condanno". Non è un gesto, una parola di benevolenza detta dal Signore. È proprio un'affermazione che dev'essere per noi schema, prototipo, paradigma. Non possiamo giudicare. Nei rapporti con la gente noi dovremmo essere capaci di dare spazi di futuro. Questo per me è fortissimo. Non ci fossimo altro che per questo, noi della giungla nera della Chiesa, dovremmo essere uomini di speranza, che fanno credito alle possibilità della persona".
don Tonino Bello - Da "La coscienza e il potere", Conversazione con Nicola Magrone, Guglielmo Minervini e Clara Zagaria - Edizioni La Meridiana
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