giovedì 31 gennaio 2008

Così parlano i Cavalieri d'altri tempi!


Saluto

Salute et fortuna a Voi, inclito Cavalier Shik! Voi Vi appalesate non soltanto come profondo conoscitore de lo italico idioma (sì bistrattato di questi tempi) ma eziandio come nobile poeta che sape toccar le corde più riposte de li sentimenti umani! Onore et vanto de li amici et anco di coloro li quali Vi apprezzano per le Vostre elette et clare virtù. Messer Pragmatico si congratula ancora una fiata con Voi et - se fosse ancor d'uopo - si professa di Vostro Signoria sincero estimatore.

Risposta al saluto

Clarissimo et gentilissimo Cavaliere, vestra visite son dulzissimo conforto per mia afflitta alma... Non mi fè sì grande poichè ben poca cosa son io, che mi pongo innanzi ad ogni alba con stupor di fanciullo. Ben poco onor io vanto, chè tanto m'è dato da ispirazion ch'io traggo da musa suavissima che onora di sua presenza mia modestissima vita.... ebben a lei, non altri, va vostro plauso graditissimo...poichè, nobil Messere, i che so ben di qual claritudine et lucentezza è vostro stemma, conosco qual voi l'alte vette cui sa giunger l'alma quando Musa dulzissima ad essa pone tocco.... Devotamente et sentitamente ringrazio per vestra nobili parole, Messer pragmatico e che zefiro gentil accompagni sempre vostro cammino....

Presente e passato

Vecchio e nuovo A Parigi

Presente e passato

Vechio e nuovo a Parigi

lunedì 28 gennaio 2008

Un pò di poesia!

Lungi, lungi

Lungi, lungi su l'ali del canto
Di qui lungi recare io ti vo':
Là, nei campi fioriti del santo
Gange, un luogo bellissimo io so.

Ivi rosso un giardino risplende
Della luna nel cheto chiaror:
Ivi il fiore del loto ti attende,
O soave sorella dei fior.

Le vïole bisbiglian vezzose,
Guardan gli astri su alto passar;
E fra loro si chinan le rose
Odorose novelle a contar.

"Salta e vien la gazzella, l'umano
Occhio volge, si ferma a sentir:
Cupa s'ode lontano lontano
L'onda sacra del Gange fluir."

Oh che sensi d'amore e di calma
Beveremo nell'aure colà!
Sogneremo, seduti a una palma,
Lunghi sogni di felicità.

Heinrich Heine (1797-1856) Traduzione di Giosuè Carducci (1835-1907)

sabato 26 gennaio 2008

Per non dimenticare


"Se questo è un uomo" di Primo Levi è un romanzo asciutto e terribile, denso di valori etici, un resoconto diretto e commosso di un lucido testimone, scampato all'inferno dei lager nazisti. Da leggere, rileggere o anche da ascoltare. Se volete cliccate quì.

venerdì 25 gennaio 2008

giovedì 24 gennaio 2008

Lucido Trasimaco!

".....ciascun governo istituisce leggi (nomoi) per il proprio utile; la democrazia fa leggi democratiche, la tirannide tiranniche e allo stesso modo gli altri governi. E una volta che hanno fatto le leggi, eccoli proclamare che il giusto per i governati si identifica con ciò che è invece il loro proprio utile, e chi se ne allontana lo puniscono come trasgressore sia della legge sia della giustizia. In ciò consiste, mio ottimo amico, quello che dico giusto, identico in tutte quante le poleis, l'utile del potere costituito. Ma, se non erro, questo potere detiene la forza. Così ne viene, per chi sappia ben ragionare, che in ogni caso il giusto è sempre identico all'utile del più forte".

(Platone, Repubblica, I, 336 b, 338 c)

Il pragmatico Trasimaco aveva perfettamente ragione!

sabato 19 gennaio 2008

Alla ricerca di un cristianesimo perduto


".....non è l'atto religioso che fa il cristiano, ma la sua partecipazione al dolore di Dio nella vita del mondo." (Dietrich Bonhoeffer)

venerdì 18 gennaio 2008

Una serena esortazione!


Caravaggio - Conversione di S. Paolo (part.)

"Se possibile, per quanto è in voi, vivete in pace con tutti gli uomini." (Paolo - Lettera ai Romani, 12, 18)

martedì 15 gennaio 2008

Vergogna!



La civiltà e la buona educazione non abitano più da noi. C'è proprio da vergognarsi per quello che, per colpa di un rumoroso gruppuscolo di scalmanati della "Sapienza", è accaduto al Papa. Ne esce con le ossa rotte questa sinistra insulsa e intollerante, ne escono malconci i cattivi maestri ai quali è affidata la formazione culturale dei nostri giovani. Il Papa invece ne esce alla grande. Ed io sto con Benedetto XVI come sto con chiunque diventi oggetto di bavaglio, sto dalla parte del Papa come dalla parte di chiunque subisca simili prese di posizioni irragionevoli prima ancora che illiberali.


lunedì 14 gennaio 2008

Due paroline in un orecchio

La fede - lo ammetto - può essere una delle più confortanti esperienze della vita. Dà coraggio e forza nelle avversità, aiuta a riconoscere l’immagine stessa di Dio nel proprio simile; rappresenta un forte stimolo a coltivare i valori dello spirito; sembra soddisfare il bisogno di infinito e di immortalità che da sempre è presente nell’animo umano. Inoltre, nell’ottica di un premio ultraterreno, essa favorisce di fatto uno stoico e spesso nobile distacco dalle ricchezze e dai beni caduchi di questo mondo. Tuttavia - come in tutte le attività originate dalla mente e dal cuore degli uomini - essa può rappresentare anche il frutto di manipolazioni e di mistificazioni. Mistificazioni e manipolazioni molto pericolose perché mirate ad assoggettare altri uomini che, abilmente manovrati da ricatti psicologici e sotto costanti minacce di pene e fuoco eterni, sono talvolta indotti a calpestare e disprezzare non solo i beni materiali ma perfino la propria identità, i propri sentimenti, i propri affetti. E’ evidente che si tratta di un modo sottile e perverso di realizzare lo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo ed è lo stesso meccanismo psicologico che è alla base delle fortune economiche delle sette, dei circoli fondati da santoni di vario tipo, delle congreghe presiedute da gente senza scrupoli. Anche io sono vissuto nella certezza assoluta che “si potevano spostare le montagne”; che si poteva “camminare sulle acque”; che tutto quello che fin da piccolo avevo assorbito in fatto di religione fosse inattaccabile e inossidabile; che nei vangeli fosse davvero presente l’ispirazione di Dio e descritte la vita, la morte e la risurrezione di Suo Figlio. Cionondimeno - avendo voluto approfondire le ragioni della mia fede per corroborarla e renderla più forte - mi sono dovuto arrendere di fronte alle contraddizioni ed alle inverosimiglianze che proprio da quei testi provengono e che in modo evidente tradiscono la mano e talvolta la falsità dell’uomo. Oltre tutto noi non disponiamo al momento di redazioni originali dei vangeli e degli altri scritti del Nuovo Testamento; anzi non possediamo nemmeno le prime trascrizioni: esistono soltanto trascrizioni di trascrizioni di trascrizioni. Devo anche dire che questa inaspettata “scoperta” non è stata indolore. E’ stato come veder crollare di colpo tutte le certezze sulle quali uno si è costruita la vita, come assistere attonito all’abbattimento di un palazzo che è costato tempo e fatica a progettisti, muratori, carpentieri, manovali. Ciononostante ritengo che su queste desolate macerie si possa e si debba ricostruire qualcosa, proprio partendo da quel grande e intatto messaggio umano che dall’Uomo Gesù proviene e che da quei testi traspare in modo evidente: la certezza che Dio ci ama così come ama tutto il creato; l’obbligo di rispettare noi stessi e tutte le creature come figli di un unico Padre; la necessità - per questo - di amarci come fratelli anche quando l’amore costa sacrifici e fatica; infine la libertà assoluta di pregare Dio senza bisogno di intermediari, di templi e di riti. E - sinceramente - non mi sembra roba da poco!
Questa è la mia attuale posizione rispetto alla fede ed ai testi "sacri" sui quali vien fatta poggiare. Libero e lieto di cambiare opinione anche domani se altre evidenze me lo dovessero imporre.

domenica 13 gennaio 2008

Figlio di Dio o figlio dell'uomo?

La verità è assai ardua e molto difficile da scoprire. La sua conquista definitiva richiede somma pazienza, grande umiltà e tempi lunghissimi. Bisogna perciò accontentarsi di traguardi tutto sommato modesti e di avanzare a piccoli passi. Per questo S. Agostino esortava "ad inclinare più al dubbio che alla certezza in cose difficili da provare e pericolose da credere". Pur tuttavia proverò a dare una qualche risposta. Da sempre l'uomo è stato "religioso". Ha sempre avvertito cioè l'insopprimibile bisogno di tranquillizzare la sua grama e fragile esistenza, ha sempre sentito la necessità di puntellare le sue paure e le sue insicurezze tentando tutte le strade. La più battuta e la più efficace è risultata quella di inventarsi di volta in volta "divinità" amiche e di ingraziarsele mediante riti e sacrifici espiatori, spesso crudeli e cruenti. Le "divinità" hanno assunto nel tempo molteplici forme attinte dal mondo vegetale, dal mondo animale, dagli stessi elementi esistenti in natura. E non meno frequentemente esse si sono "incarnate" addirittura in forme umane. Gli antichi re ad esempio erano considerati vere e proprie divinità, i faraoni venivano fatti assurgere al ruolo di Dio o di figli di Dio. Ancora nell'antica Roma esistevano testimoni oculari di miracoli compiuti da alcuni "divi" imperatori e c'era chi giurava addirittura di averne visto altri salire al cielo su un carro di fuoco, come già avvenuto con Elia il profeta. Insomma l'intero mondo cosiddetto pagano pullulava di variopinti idoli e di pittoresche ed eterogenee divinità. Poi sopraggiunse il ciclone cristiano con il suo più fiero e combattivo messaggero, Paolo di Tarso. L'effetto fu dirompente. Il nuovo movimento ebbe la forza di spazzar via idoli e divinità in attività di servizio ma ebbe anche la capacità formidabile di reinventare il vecchio, rinnovando e riproponendo gli stessi simboli e le stesse credenze che sembrava aver soppiantato. E così i vecchi idoli e i simboli del passato, usciti dalla porta, rientrarono tutti dalla finestra. In tal modo ricomparvero prepotentemente sulla scena l'Uomo-Dio, la Trinità, che rievocava la terribile Trimurti e la magia del numero 3, la Madre celeste, che sostituiva Astarte, lo stuolo degli Angeli e, più recentemente, dei Santi. Ma Gesù - a studiare bene i testi - non si proclamò mai Dio o figlio di Dio. Amava definire se stesso con l'incantevole epiteto di "figlio dell'uomo" che significava semplicemente "uomo". Egli invocava il Padre come avrebbe potuto farlo chiunque. E in più affermava che prima o poi i veri adoratori di Dio lo avrebbero adorato "in spirito e verità", senza bisogno di riti o di templi, senza interessati intermediari, senza cinici controllori delle coscienze. In assoluta libertà di spirito. Certo è difficile cancellare di colpo gli effetti di un lavaggio cerebrale durato secoli e portato avanti da raffinati "spin doctor" ma verrà il giorno in cui la Verità sarà chiaramente disvelata. E qualcuno  -  un domani forse non molto lontano  -  potrà liberamente affermare, senza per questo apparire blasfemo, che anche noi, in questo nostro tempo, continuavamo a figurarci "dei falsi e bugiardi", come già aveva detto dei propri il buon Virgilio discorrendo negli inferi con l'Altissimo Poeta.

martedì 8 gennaio 2008

Folgorazioni allo stato puro




"Non mi interessa più capire come un dio possa essere uno e trino, come Gesù sia uomo e figlio di dio. Sono anch'io figlia di dio e amo con più sincerità il messaggio di Cristo, grandioso nella sua umanità. Quando guardavo con gli occhi non vedevo. Quando cercavo con il cuore non trovavo. Con l'anima, la MIA anima nuda ho finalmente sentito il miracolo perpetuo in ogni atomo dell'esistente....poi un giorno ho rivoltato la mia anima come un calzino stretto, mi sono spinta oltre la soglia, ho affrontato la paura di spogliarmi di ogni cosa, per poi indossare solo gli abiti che io stessa avrei ancora scelto di indossare. Non è un processo indolore, ma, nuda, non mi sono sentita né sola né perduta. Ho smesso di credere in Dio Padre, ho smesso di cercare di capirlo, di incastrarne il mistero teologico in un pensiero razionale, di accettare "per fede" ciò che il mio buon senso rigettava. Ho udito il mio silenzio, la mia parte divina. Ho imparato a meditare e ad ascoltare il mistero della vita, e ho visto la luce...."

Questo folgorante commento di Karalis che ebbi la fortuna di incrociare su Liberoblog e della quale poi persi definitivamente le tracce, mi piacque talmente che mi preoccupai subito di salvarlo ed oggi - a distanza di circa un anno e mezzo - mi fa piacere riproporlo alla riflessione mia ed a quella dei miei cinque sparuti, silenziosi lettori.

domenica 6 gennaio 2008

Memorabili, divine parole!

Il discorso della montagna
 
Le beatitudini (Mt 5, 1 - 12)

1 Gesù, vedendo le folle, salì sul monte e si mise a sedere. I suoi discepoli si accostarono a lui, 2 ed egli, aperta la bocca, insegnava loro dicendo: 3 «Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli. 4 Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati. 5 Beati i mansueti, perché erediteranno la terra. 6 Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati. 7 Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta. 8 Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 9 Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 10 Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. 11 Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. 12 Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi.

Personalmente preferisco la versione essenziale di Luca dove i "poveri" sono poveri e basta, sic et simpliciter, senza aggiunta alcuna. Non a caso Luca è - tra i quattro evangelisti canonici - il narratore per eccellenza.

sabato 5 gennaio 2008

La befana vien di notte.....



....con le scarpe tutte rotte! Queste invece sono nuove e sexy! Ecco alcune filastrocche che richiamano alla memoria gli anni dell'infanzia.

martedì 1 gennaio 2008

A Maria



"O Santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela a risorgere. Tu che accogliendo il saluto dell'angelo, nello stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore madre sempre vergine, pietà di noi peccatori."

Bellissima preghiera! La tradizione cristiana è ricca di queste meraviglie!

Primavera

Le vergini gemme di marzo Allietano i rami di pesco Neppur lo splendore del quarzo M’apparve più raro e più fresco!