Sull'ali che ti resero leggera
Adesso voli libera e felice
Nel cielo d'una fredda primavera.
in libertà e leggerezza
Una storia di gloria e di misfatti
Un popolo d'eroi e di vigliacchi
Una genìa di saltimbanchi e matti!
Digiuno come sono di cognizioni scientifiche, mi sono sempre affidato al sentimento. Il mio senso religioso mi ha sempre indicato la strada della bellezza, della sacralità della vita, della giustizia e della solidarietà.
Ho preferito un Dio riflesso nella sorprendente bellezza di un fiore o nel volto del povero anziché un Dio trincerato nell'imperscrutabile profondità dei cieli, ho preferito la pagina liberatoria ma impegnativa delle Beatitudini al racconto glorioso della Resurrezione, ho acquisito la semi-certezza che il cristiano e tutte le persone di buona volontà debbano costruire hic et nunc non dico il Paradiso sulla terra ma le migliori condizioni possibili per vivere in un mondo più giusto.
Il Paradiso ultraterreno degli Orfici, di tutte le religioni del mondo e, a quel che vedo anche della fisica, può tranquillamente attendere.
Continuo per mia fortuna a credere in Dio che è Padre di tutti ed opera per mezzo di tutti anche se mi trovo in parte d’accordo su alcune disincantate riflessioni contenute ne “Il dubbio e Dio”, ultima fatica del mio colto e dotto amico Giovanni Di Tommaso.
Le vergini gemme di marzo
Allietano i rami di pesco
Carissimo Enrico,
"omne trinum est perfectum" (tutto quello che ha a
che fare col numero tre è perfetto).
Questo detto medioevale latino si addice perfettamente a te, che stai per diventare il nostro terzo nipotino.
Quando verrai alla luce, ci saranno infatti ad attenderti un tesoro
di fratellino che si chiama Edoardo e un delizioso cuginetto, già grandicello, che si chiama Giuseppe.
Mi fa piacere proseguire con te la piccola tradizione
familiare delle lettere ai nipotini prima ancora della loro venuta al mondo.
Non ripeterò qui le stesse cose che qualche anno fa scrivevo a Giuseppe e a Edoardo ma, se domani avrai la curiosità di leggerle, troverai
in fondo alla pagina le lettere a loro indirizzate.
A te oggi dico che nonna Lina ed io, gli altri nonni, nonna
Giulia, le zie e gli zii siamo tutti molto felici di accoglierti e che, anche
questa volta, viviamo la stessa ansia che abbiamo sperimentato per le prime due
nascite, lo stesso stupore e la stessa gratitudine al Signore per il
meraviglioso miracolo della vita che si rinnova.
E, per quando sarai più grande, mi permetto di aggiungere soltanto questo: sii geloso della tua libertà, difendila sempre con forza ma rispetta e difendi anche la libertà degli altri, perché nessun uomo è libero se non sono liberi tutti.
La libertà è uno dei doni più preziosi ricevuti da Dio
Il mondo di cui farai parte non è affatto un bel mondo perché noi "grandi", nonostante
gli sforzi di tante persone di buona volontà, non siamo riusciti a
renderlo migliore.
Moltissimi bambini come te sono ancora condannati a un’esistenza
difficile; alcuni muoiono per mancanza di cure mediche, per carestia, per fame; altri vengono sacrificati nei disumani teatri di guerra dove
la pietà e la compassione hanno ceduto il passo alla ferocia ed alla crudeltà
delle armi.
Io, che per anni ho servito da soldato il Paese, non sono
per niente disposto a giustificare le stragi di migliaia e migliaia di vittime
innocenti, costrette a pagare con la vita le conseguenze di decisioni irresponsabili
prese a cuor leggero dai cosiddetti potenti della Terra.
Con buona pace dei soliti declamatori di proclami e di slogan, a dispetto degli abili dispensatori di promesse tanto facili quanto irrealizzabili, le sedicenti economie liberali non sono finora riuscite ad assicurare libertà, felicità e benessere.
Per colpa delle misteriose diseguaglianze tra gli uomini, per colpa delle ciniche leggi del mercato e del profitto, per colpa di uno sfruttamento senza scrupoli, per colpa di sfrenati egoismi individuali e di gruppo, per colpa di osannati cattivi maestri e di biechi seminatori d'odio, le nostre società vengono periodicamente scosse da forti tensioni e vivono in uno stato semipermanente di profonde e pericolose crisi, mentre la libertà, la pace, la giustizia, la civile convivenza tra i popoli, il rispetto della vita, la dignità del lavoro e sul lavoro, la solidarietà, la tolleranza, l'accoglienza e l'integrazione continuano ad essere quasi del tutto assenti dal nostro piccolo, litigioso pianeta.
Il mondo però possiamo cambiarlo o possiamo almeno tentare di farlo ed è per questo che ciascuno deve sentirsi chiamato a dare responsabilmente il proprio contributo.
Tu puoi fare molto per te e per gli altri: impara innanzitutto
ad amare te stesso ("charitas incipit a semetipso"), ama chi ti è
vicino e ama l’umanità nel suo complesso; di fronte a chi ha bisogno non
chiuderti nell’egoismo e nell’indifferenza, impara ad ascoltare la voce del
cuore più di tutte le altre voci e, quando puoi, prova la gioia del donare.
Il bene che si fa agli altri ritorna anche a chi lo fa e
vedrai che c'è più felicità nel dare che nel ricevere.
Concludo, carissimo Enrico: il tuo nome, che non rientra tra i nostri nomi di famiglia, deriva dalla tradizione germanica e significa "potente in patria", "capo della casa" e anche "re", "colui che domina".
Come vedi, mamma e papà hanno voluto assegnarti un nome
nobile, importante, impegnativo ed io sono sicuro che, sotto la loro guida, saprai superare le immancabili difficoltà della vita e, in tal modo, fare onore
al tuo nome.
Che il Signore protegga te e il tuo fratellino e vi aiuti entrambi
a crescere "in sapienza, in età e grazia", circondati e protetti dall'amore.
Vivi la tua vita con gioia, entusiasmo, leggerezza di cuore e che Dio ti benedica, carissimo nipotino!
Intanto, in attesa del tuo primo vagito, ti do il più affettuoso benvenuto tra noi.
Con trepidazione, nonno Pino
Trani, 16 febbraio 2024
Se si spezzano tutte le catene
Sull'ali che ti resero leggera Adesso voli libera e felice Nel cielo d'una fredda primavera.