"Non mi interessa più capire come un dio possa essere uno e trino, come Gesù sia uomo e figlio di dio. Sono anch'io figlia di dio e amo con più sincerità il messaggio di Cristo, grandioso nella sua umanità. Quando guardavo con gli occhi non vedevo. Quando cercavo con il cuore non trovavo. Con l'anima, la MIA anima nuda ho finalmente sentito il miracolo perpetuo in ogni atomo dell'esistente....poi un giorno ho rivoltato la mia anima come un calzino stretto, mi sono spinta oltre la soglia, ho affrontato la paura di spogliarmi di ogni cosa, per poi indossare solo gli abiti che io stessa avrei ancora scelto di indossare. Non è un processo indolore, ma, nuda, non mi sono sentita né sola né perduta. Ho smesso di credere in Dio Padre, ho smesso di cercare di capirlo, di incastrarne il mistero teologico in un pensiero razionale, di accettare "per fede" ciò che il mio buon senso rigettava. Ho udito il mio silenzio, la mia parte divina. Ho imparato a meditare e ad ascoltare il mistero della vita, e ho visto la luce...."
Questo folgorante commento di Karalis che ebbi la fortuna di incrociare su Liberoblog e della quale poi persi definitivamente le tracce, mi piacque talmente che mi preoccupai subito di salvarlo ed oggi - a distanza di circa un anno e mezzo - mi fa piacere riproporlo alla riflessione mia ed a quella dei miei cinque sparuti, silenziosi lettori.
Questo folgorante commento di Karalis che ebbi la fortuna di incrociare su Liberoblog e della quale poi persi definitivamente le tracce, mi piacque talmente che mi preoccupai subito di salvarlo ed oggi - a distanza di circa un anno e mezzo - mi fa piacere riproporlo alla riflessione mia ed a quella dei miei cinque sparuti, silenziosi lettori.
Nessun commento:
Posta un commento