Napoli -Tomba di Giacomo Leopardi
A se stesso fu composto a Firenze tra la primavera e l’autunno del 1833. Si tratta di un breve canto caratterizzato da un linguaggio scabro, martellante, che affida agli enjambements la funzione di scandire la sintassi di un’angosciata, ma altera tensione espressiva. La lirica, aliena da ogni richiamo paesaggistico, fa parte del cosiddetto 'ciclo di Aspasia' (Il pensiero dominante, Amore e morte, Consalvo, A se stesso, Aspasia), in cui Leopardi, schiacciato dall’ennesimo disinganno, si ripiega in se stesso con insanabile, stanca disperazione. (Tratto da it. encarta. msn. com).
Or poserai per sempre,
ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
in noi di cari inganni,
non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
palpitasti. Non val cosa nessuna
i moti tuoi, né di sospiri è degna
la terra. Amaro e noia
la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T'acqueta omai. Dispera
l'ultima volta. Al gener nostro il fato
non donò che il morire. Omai disprezza
te, la natura, il brutto
poter che, ascoso, a comun danno impera,
e l'infinita vanità del tutto.
Giacomo Leopardi
2 commenti:
Mio caro collega, tu non puoi saperlo ma hai beccato proprio la mia poesia preferita tra tutte quelle di Leopardi!!!
La cosa mi colpisce particolarmente perché è sempre stata bistrattata da tutte le antologie e inserita tra le opere minori, perché le viene attribuita un'eccessiva drammaticità e una sterilità di contenuti per un "inutile piangersi addosso" (così disse la mia professoressa di lettere all'epoca in cui la conobbi).
Solo persone molto sensibili possono apprezzarla, e mi fa piacere che tra queste ci sia tu.
Caro e acuto collega, al tirar delle somme non si può che convenire con il grande recanatese. Ed alla nostra età un pò di somme devono cominciare a tirarsi, non ti pare? Cmq lunga vita ai sessuagenari (veri) come me ed anche agli octuagenari (?) come te, anche se continuo a ritenere che la tua età anagrafica sia molto più vicina al bluff che alla realtà. Con simpatia.
Posta un commento