Non amo le dittature né i dittatori; non ho alcuna simpatia né per quelli duri né per quelli morbidi; non ho alcuna stima per coloro che, nell'esercizio del comando, credono di essere al centro dell'universo, ritenendosi padroni del mondo e non invece al servizio degli altri; detesto - in una parola - chi esercita il potere in forme violente e autoritarie, ostinandosi a mantenerlo a qualsiasi costo, anche quando le circostanze consiglierebbero un'uscita di scena prudente e onorevole.
Ma non posso esimermi dal condannare la violenza di chi questa stessa violenza ha voluto punire. Non posso fare a meno di esecrare la barbarie che vuole eliminare la barbarie. Non posso mancare al dovere cristiano del compianto su un morto che è in primo luogo vittima di se stesso e della sua tragicomica mania di grandezza ma che è stato cancellato dalla storia da una spietata condanna a morte eseguita per mano di un disinvolto diciottenne senza rispetto per la vita e per gli uomini.
Se la nuova democratica Libia nasce in questo modo, c'è poco da stare allegri.
Allegri saranno solo gli Stati che hanno voluto la fine di Gheddafi per i loro particolari interessi economici.
Per questo la giovane Madre pietosa di michelangiolesca memoria cede oggi il passo ad una madre dal cui volto sono del tutto assenti i caratteri della pietà e del dolore.
Il cinismo del nostro tempo si rivela anche in questo.
P.S.: Brava Angela!
2 commenti:
Sottoscrivo tutto caro Pino le barbarie da qualunque posto avvengano sono sempre da non fare.
Buon fine settimana caro amico.
Tomaso
Grazie del tuo commento, ottimo e caro amico!
Le barbarie commesse per vendicarne altre sono sempre barbarie.
Un affettuoso saluto!
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