martedì 4 ottobre 2011

La rabbia e l'impotenza


Sembra che tutto in Italia vada in malora. 
Nella giornata di ieri è crollata una palazzina a Barletta ma - con la sentenza di Perugia - ha ricevuto un pesante scossone anche la residua fiducia dei cittadini nei giudici.
La crisi italiana non è solo economica. Essa nasce da lontano ma oggi diventa ancora più acuta perché alimentata e favorita dal crescente distacco della gente da coloro che dovrebbero rappresentarla e tutelarla. Un'intera classe di politici, arroccata nella sua torre d'avorio, si è resa sommamente invisa al popolo per non saperne interpretare necessità e bisogni; un'intera classe di tecnici ed amministratori locali non gode più né della stima né della considerazione da parte dei propri concittadini costretti a lottare contro leggerezze, ottusità, burocrazia; una parte cospicua della Chiesa, quella ufficiale e paludata, quella al servizio del potere, quella chiusa nei sacri palazzi, vive lontana e distante dagli ultimi; la stessa Magistratura non appare più al servizio della giustizia ma sembra asservita a giochi politici di parte o limitata da pressioni internazionali.
In questo desolato contesto sono sempre e soltanto i più deboli a pagare. Sono sempre e soltanto i più emarginati a scontare - anche con la propria vita - inefficienze, inerzie e carenze di ogni tipo.
Ma dove va il nostro infelice Paese? Chi e come potrà salvare l'Italia?

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