Un po’ di pazienza e saprete la storia di questa bottiglia e di questo illustre biglietto da visita.
Eccola:
inizi degli anni 80. Una caserma del Sud. Un giovane capitano che amava leggere i libri di Sciascia. La maggior parte dei militari di leva affluivano dalle regioni dell'Italia meridionale. Molti i ragazzi siciliani. Tra questi uno di Racalmuto, il paese natale del mio scrittore preferito, quel denso e coraggioso autore di tante denunce che scaturivano da sincera e accesa passione civile. Gli chiesi se lo conosceva di persona. Il soldato mi rispose di sì aggiungendo che aveva facile accesso alla sua casa.
Quando il giovane partì per una breve licenza, ne approfittai per chiedergli di portare i miei saluti all'illustre suo conterraneo.
Al suo rientro dalla Sicilia, con somma meraviglia, mi vidi consegnare a nome del grande Sciascia una bottiglia di Regalpetra, un vino prodotto nelle sue cantine, un suo biglietto da visita e in più "Il giorno della civetta" con tanto di firma autografa.
Oggi, dopo tanti anni, la mia ammirazione per un personaggio di così grande talento e di così vasta popolarità, il quale si prese la briga di ricambiare in quel modo dei semplici saluti di un oscuro capitano (forse anche per far fare bella figura al soldato), è più viva e forte che mai.
Oggi, dopo tanti anni, la mia ammirazione per un personaggio di così grande talento e di così vasta popolarità, il quale si prese la briga di ricambiare in quel modo dei semplici saluti di un oscuro capitano (forse anche per far fare bella figura al soldato), è più viva e forte che mai.
E tra gli oggetti più cari e preziosi della mia casa ci sono questi eccezionali ricordi del grande Maestro di scrittura e di vita che fu Leonardo Sciascia.
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