"La presenza del padre era schiacciante.
Questo fatto determinò alcuni elementi fondamentali del carattere
instabile di Martinus: da una vaga volontà di autodeterminazione alla
passività e all'angoscia, dalla contraddittoria tendenza alla
sottomissione alla necessità di ribellarsi, fino alla spinta sempre più
forte a imporsi a tutti i costi.
Quali
che siano le abitudini educative di un'epoca, le botte lasciano sempre
il segno. La psicologia insegna che non hanno mai fatto bene a nessuno,
nemmeno a chi le dava, spinto forse dall'impulso a scaricare in questo
modo torti da lui subiti. Attraverso la violenza dei genitori la
brutalità può trasmettersi da una generazione all'altra come una vera e
propria anomalia patologica ereditaria. Non vi è quindi solo la tragedia
di un bambino inerme di fronte alla 'cultura del bastone'. Ci sono veri
e propri popoli bastonati, per i quali l'automatismo inconscio della
violenza è diventato il meccanismo 'educativo' generalizzato.
Solo così si può spiegare come il medio evo abbia continuato a produrre i suoi effetti fino ai campi di concentramento nazisti.
Nella disponibilità totale e nella tenera
vulnerabilità dei bambini, le botte hanno il compito di mutilare la
volontà, soffocare la fantasia, la voglia di conoscenza e di autonomia:
devono attenuare la necessità di esprimersi e di affermare i propri
bisogni.
Così è successo e succede ancora a tutti i bambini picchiati.
Per tutti la cultura della violenza ha avuto e continuerà ad avere della conseguenze.
E
per Martinus? Capì, quando era già diventato Lutero, di essere stato
allevato nelle ristrettezze per diventare un capo, un padrone. Ma capì
anche che l'educazione estremamente severa, con la violenza e
l'ingiustizia sofferte, era stata determinante per il suo ingresso in
convento. E capì, infine, come la sua timidezza e le difficoltà con gli
altri avessero avuto origine nell'infanzia, nel rapporto con i genitori e
con l'autorità paterna in particolare.
Quante cose intuì..."
Tratto da "Vita di Martin Lutero" di Claudio Pozzoli, Rusconi Editore
4 commenti:
Caro Pino eccomi per passare 2 minuti leggendo molte cose importanti, è una abitudine di fermarmi sempre da te.
Buon fine settimana amica.
Tomaso
È per me un onore averti gradito ospite sul mio blog, ottimo Tomaso.
Che uomo Lutero! E quanto aveva ragione! Quanto la Chiesa potrebbe essere migliore, seguendo il suo pensiero!
Grazie di averlo postato Pino!
Liliana
Lutero è stato un vero gigante per quei tempi e per quelle mentalità. Ed anche un grande riformatore della lingua tedesca che a lui deve moltissimo.
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