venerdì 10 febbraio 2012

Martin Lutero


"La presenza del padre era schiacciante. Questo fatto determinò alcuni elementi fondamentali del carattere instabile di Martinus: da una vaga volontà di autodeterminazione alla passività e all'angoscia, dalla contraddittoria tendenza alla sottomissione alla necessità di ribellarsi,  fino alla spinta sempre più forte a imporsi a tutti i costi.
Quali che siano le abitudini educative di un'epoca,  le botte lasciano sempre il segno. La psicologia insegna che non hanno mai fatto bene a nessuno, nemmeno a chi le dava, spinto forse dall'impulso a scaricare in questo modo torti da lui subiti. Attraverso la violenza dei genitori la brutalità può trasmettersi da una generazione all'altra come una vera e propria anomalia patologica ereditaria. Non vi è quindi solo la tragedia di un bambino inerme di fronte alla 'cultura del bastone'. Ci sono veri e propri popoli bastonati, per i quali l'automatismo inconscio della violenza è diventato il meccanismo 'educativo' generalizzato.
Solo così si può spiegare come il medio evo abbia continuato a produrre i suoi effetti  fino ai campi di concentramento nazisti.
Nella disponibilità totale e nella tenera vulnerabilità dei bambini, le botte hanno il compito di mutilare la volontà, soffocare la fantasia, la voglia di conoscenza e di autonomia: devono attenuare la necessità di esprimersi e di affermare i propri bisogni.
Così è successo e succede ancora a tutti i bambini picchiati.
Per tutti la cultura della violenza ha avuto e continuerà ad avere della conseguenze.
E per Martinus? Capì, quando era già diventato Lutero, di essere stato allevato nelle ristrettezze per diventare un capo, un padrone. Ma capì anche che l'educazione estremamente severa, con la violenza e l'ingiustizia sofferte, era stata determinante per il suo ingresso in convento. E capì, infine, come la sua timidezza e le difficoltà con gli altri avessero avuto origine nell'infanzia, nel rapporto con i genitori e con l'autorità paterna in particolare.
Quante cose intuì..."
Tratto da "Vita di Martin Lutero" di Claudio Pozzoli, Rusconi Editore

4 commenti:

Tomaso ha detto...

Caro Pino eccomi per passare 2 minuti leggendo molte cose importanti, è una abitudine di fermarmi sempre da te.
Buon fine settimana amica.
Tomaso

Evergreen ha detto...

È per me un onore averti gradito ospite sul mio blog, ottimo Tomaso.

Liliana ha detto...

Che uomo Lutero! E quanto aveva ragione! Quanto la Chiesa potrebbe essere migliore, seguendo il suo pensiero!

Grazie di averlo postato Pino!

Liliana

Evergreen ha detto...

Lutero è stato un vero gigante per quei tempi e per quelle mentalità. Ed anche un grande riformatore della lingua tedesca che a lui deve moltissimo.

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