E-mail: chiesettadeipoveri@libero.it Blog:chiesetta66.Libero Community Fax:0817451324 Cell.3342214452 Sac. don Enrico Bianco Parroco campagnolo Mugnano 25-06-2010 LO “SPOGLIARELLO” SALVERA’ LA CHIESA
P.C.: Ai cristiani delle varie chiese, al fine di un fraterno Dialogo ecumenico.
Egregio Signore e caro amico nel Signore Gesù “pinosilvestre 1”, Vi chiedo scusa del fastidio. Vi ringrazio di cuore della Vostra E-mail del 24-06-2010. Stimolante, tonificante, coinvolgente. In una parola, bellissima. A lettura ultimata, sono sorte nel mio spirito di povero, anziano e ignorante parroco campagnolo queste riflessioni. Le sottopongo alla Vostra benevola attenzione sotto forma di tesi. Lacunose, ripetitive, disordinate. E per questo Ve ne chiedo venia.
1. “Avevo fame…avevo sete…ero nudo…”(Mt 25,31-46). Sta qui la caratteristica peculiare della vera chiesa cattolica fondata dal “Grande Povero” che è il Signore e dalla “Grande Povera” che è la Madonna. La fame e la sete del povero sono la fame e la sete dello stesso Signore. La ricchissima chiesa di Roma fa morire di fame, ogni anno, circa 70 milioni di figli di Dio,quindi fa morire di fame circa 70 milioni di volte Nostro Signore Gesù Cristo.
2. Convinciamoci. Il povero non rappresenta il Signore, ma è il Signore. Dio ha fame. Ha fame nei milioni dei suoi figli affamati. Non facciamo morire di fame il nostro Dio. DiamoGli un pezzo di pane. Dio non sta in un cielo irraggiungibile. Con l’Incarnazione, Dio è qui, su questa “palla di stracci e di peccati che rotola intorno al sole”(L.Santucci). Ci passa accanto, cammina gomito a gomito con noi. Il nostro peccato più grave consiste nel “non-riconoscerLo”. Dio, questo “Grande Affamato”. Il luogo privilegiato di Dio non sono le solenni cattedrali, i bellissimi Santuari, le ricchissime abbazie. Questi sono luoghi privilegiati dall’Anticristo. No. Il Suo luogo privilegiato è lo stomaco vuoto dei suoi figli. Lo stomaco vuoto del povero, questa suggestiva “Cattedrale”di Dio. Dio, questo “Grande Stomaco”.
3. “Gesù spogliò se stesso…”(Fil 2,7). Il Signore si è spogliato di tutto: delle sue prerogative divine, delle sue ricchezze, della sua onnipotenza. Ed è diventato povero tra poveri. E' nato Bambino, barbellante per il freddo, in una grotta disadorna. E’ vissuto senza una casa. Ed è morto, spogliato, su un ruvido legno di croce. A pensarci bene, il Signore è il più “Grande Spogliarellista” della storia, aggrovigliata e sanguinaria, della sua Chiesa. Così ha fondato pure la sua chiesa. Povera, umile, debole, vulnerabile. In una parola, crocifissa. E, allora, è urgente lanciare questo accorato appello: Chiesa di Gesù, “spogliati”! Preti, arcipreti, vescovi, arcivescovi, ”spogliatevi”! Lo spogliarello del mondo è il peccato dei peccati. Lo “Spogliarello”della chiesa è il miracolo dei miracoli. Lo “Spogliarello”salverà la chiesa.
4. Cosa fare? Semplicissimo. E’ la stessa Sacra Scrittura che ci insegna come fare per togliere le ingenti ricchezze sacrileghe alla chiesa cattolico-romana. E donarle alla folla sterminata di fratelli poveri. “Ne furono proposti due…pregarono…imposero le mani…e gettarono le sorti…”(At 1,23-26). E’ il santo Popolo di Dio che sceglie i suoi presbiteri, parroci e vescovi. Sceglie buoni papà, mamme, giovani e nonni. Non occorre la laurea in sacra Bibbia. San Pietro, primo Papa, non era professore ma pescatore. Non aveva la laurea in teologia, ma – passi il brutto neologismo – in “pescalogia”. Ed è sempre il santo Popolo di Dio che li rimuove in caso di indegnità. Il Popolo di Dio è sovrano assoluto. E’ superiore al Collegio cardinalizio e allo stesso Concilio ecumenico. Lo Spirito Santo non si lascia monopolizzare da nessuno. E’ il “Totalmente Libero”.
5. Devono essere questi genitori scelti dal Popolo che devono celebrare le sante Messe e amministrare i santi sette Sacramenti. Li celebriamo in piccole chiese, in scantinati, in aperta campagna, in “chiese domestiche”. E le offerte raccolte vengono subito distribuite alle famiglie bisognose. Soltanto in questa maniera i fiumi d’oro e d’argento non si riverseranno più nelle tasche dei poporati (“porporatopoli”) e dei loro parenti (“parentopoli”), ma nelle stamberghe, nei tuguri, nelle capanne della folla sterminata di poveri, disoccupati, ammalati del “Villaggio affamato”. Si pensi ai miliardi di “non-persone”(G.Gutièrrez), ammassate come sardine in scatole, nelle favelas, nelle bidonvilles, negli slums, nelle callampas, nelle baraccopoli.
6. Ha scritto, con incisivo acume, il Santo Padre quando era ancora cardinale: “Purtroppo nella storia è sempre capitato che la Chiesa non sia stata capace di allontanarsi da sola dai beni materiali, ma che questi le siano stati tolti da altri; e ciò, alla fine, è stato per lei la salvezza”(Joseph Ratzinger). Chiaro? Più chiaro il Sommo Pontefice non lo poteva scrivere. “Da altri”! Questi “altri” sono tutti i cattolici di buona volontà. Sono i cattolici che tentano di “salvare” la chiesa. Cercano di farla “ri-tornare” alla vera chiesa povera, una,santa, apostolica dei primi secoli del cristianesimo. Nei primi anni della chiesa, coi soldi dei fedeli mangiavano tutti: ecclesiastici e i loro parenti, i poveri e i loro figlioli. Chiesa di tutti, quindi soldi di tutti.
7. E ancora il Papa,”dolce Cristo in terra”(Santa Caterina da Siena): “La Chiesa sta divenendo per molti l’ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l’ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo”(Card.J.Ratzinger). Giustissimo. La colpa? Unicamente della ricchezza smodata. Non certo del desiderio di portare la pesante croce del Signore.
8. E infine:”Bisogna guardare con favore la breccia di Porta Pia e alla fine dello Stato pontificio e delle sue insane commistioni: se questa non fosse stata imposta con la forza, la Chiesa non sarebbe stata in grado di liberarsene da sola”(Card.J.Ratzinger). Chiaro? La “breccia di Porta Pia” non è avvenuta una volta per sempre. Ma deve essere sempre più ampliata. La Chiesa deve donare tutte, ma proprio tutte, le smodate ricchezze alla folla sterminata di poveri, ammalati, disoccupati, operai, lavoratori dell’”Ecumene sofferente”(J.Moltmann).
9. E’ urgente, perciò, lanciare questo accorato appello: Poveri di tutta la chiesa, uniamoci. Cristiani delle varie chiese evangeliche, uniamoci. Uniti si vince. Riprendiamoci i beni, mobili e immobili, della chiesa. Dio lo vuole! La Madonna lo ordina! I soldi della chiesa sono nostri. Non: noi e la chiesa. Ma: noi, questa chiesa. La chiesa siamo tutti noi. E quindi pure le ricchezze della chiesa sono nostre. I dogmi della chiesa non si toccano. Ma i soldi della chiesa si toccano. Eccome, si toccano! Si devono prendere e donare ai poveri. I poveri non possono più attendere. Soffrono di soffrire.
10. Organizziamo una chilometrica processione globale. Con la croce sulle spalle, la sacra Bibbia in una mano e il santo Rosario della Madonna nell’altra, dirigiamoci nella Città del Vaticano. Riposiamoci nei bellissimi giardini della Santa Sede. Dormiamo nelle confortevoli stanze cardinalizie. Non sta scritto in nessuno dei 73 Libri della Sacra Bibbia che le ville di Castelgandolfo debbano ospitare solo i cardinali e i loro parenti. Queste proprietà sono state donate alla Chiesa. Non ai porporati e ai loro parenti. La chiesa di Dio, e lo ripeto, siamo tutti quanti noi. E quindi pure noi abbiamo il diritto di abitarvi.
11. Forse lo spazio è limitato. Pazienza! Ci stringiamo. Siamo abituati a stringerci nelle nostre fetide baracche. Due, tre famiglie vivono in una sola baracca. Se poi lo spazio è proprio insufficiente, allora ci alterniamo nei sacri Palazzi. Un anno dormiamo, viviamo noi. E i nostri fratelli cardinali dormono, vivono nelle nostre baracche. In questa maniera la ricca quanto falsa chiesa romana “ri-torna” ad essere la vera chiesa cattolica romana povera dei primi secoli del cristianesimo. La Madonna non piange più i suoi figli che muoiono di fame. Gesù non sta più sulla croce. La sua Chiesa è per davvero la chiesa così come Lui l’ha desiderata, l ’ha fondata da sempre e per sempre.
12. Viva i nostri fratelli cardinali. Abbasso le loro ricchezze sacrileghe. Amore eterno verso i nostri fratelli vescovi. Odio eterno verso i loro diabolici libretti bancari. La chiesa cattolica è la “Grande Famiglia” dei figli di Dio. Senza preferenze, senza discriminazioni tra porporati, i loro parenti e la folla dei poveri. La chiesa è una “Grande Tavola” imbandita per tutti. La chiesa è un “Grande Forno” da cui viene sfornato pane fragrante per tutti i figli della chiesa.
13. Nei primi secoli, i pagani gridavano: “Alle fiere, i cristiani”. E “il sangue dei martiri era seme di nuovi cristiani”.(Tertulliano). Nel ventesimo secolo, i cattolici di buona volontà gridano: “Alle baraccopoli, i cardinali e i loro parenti”. E "la povertà dei cardinali diventa pane fragrante per i miliardi di poveri del mondo”. Amen. Alleluia. Maranatha.
E’ gradita una risposta all’insegna del Dialogo ecumenico.
Cordiali saluti.
Chiesetta della Madonna dei poveri. Centro di Dialogo ecumenico
Ho incrociato per caso questo messaggio sull'altro mio blog.
Mi è sembrato giusto portarlo a conoscenza dei miei 5 lettori per due buone ragioni.
La prima è che il suo contenuto, ricco di richiami autorevolissimi, è molto vicino alla mia visione del mondo. Io pure sono più che convinto che lo spirito del Vangelo risieda essenzialmente in quel "Beati i poveri..."e in quel "Guai a voi, o ricchi..." che la Chiesa ha completamente dimenticato e tradito nel corso della sua storia di potere; che il giudizio finale - se mai ci sarà un giudizio - avrà luogo secondo le modalità della grandiosa scenografia descritta nel capitolo 25 di Matteo: "Ero povero...ero forestiero...ero ammalato...", con tutto quel che segue.
La seconda è che vorrei sostenere, sia pure soltanto sul web, la voce abbastanza isolata e fuori dal coro di questo "scomodo" Parroco di campagna, di questo nuovo e infuocato Savonarola, il quale certamente incontrerà o avrà incontrato sul suo cammino più nemici che amici, più critiche che condivisioni. La Verità e la Giustizia, quando vengono difese con coraggio e passione, fanno fare spesso una brutta fine ai loro stessi ingenui paladini.