Caro Padre...,
Lei certamente ricorda quel che scriveva il poeta dei "Miserabili": "Voglio schiodare il martire dal crocifisso e dischiodare il Cristo dal cristianesimo..."
Valga quel che valga, la mia modestissima opinione è che l'uomo assomigli a Lucifero più che a Dio. Questo essere impastato di fango e dalla pelle del colore del vomito ha in sé l'ambizione sfrenata di quelll'angelo decaduto e ribelle che per primo commise il più grande dei peccati. Egli ha costruito nel tempo un'impalcatura feroce, crudele e senz'anima dalla quale precipita nella disperazione e nel dolore uno stuolo sconfinato di infelici. Egli continua ad immolare ogni giorno cento, mille, milioni di vittime sulla stessa croce della Vittima per eccellenza.
Il mite Galileo non c'entra nulla con questa aberrante teologia della morte e della sofferenza. Il gioioso profeta che inneggiava alla vita nelle felici contrade della Palestina non ha nulla a che fare con questa atroce teoria della colpa e dell'espiazione. Egli fu soltanto una Vittima, la Vittima più sublime di tutte che un potere ipocrita - sacerdotale e politico - immolò e continua ad immolare sull'altare della crudeltà e della ragion di stato. Che si lasci Eluana libera di portare a compimento la morte. Che si lascino in pace i suoi genitori. Che lo strazio abbia fine.
Dio, con dolcezza infinita, le ha già chiuso gli occhi 16 anni fa.
Gli aguzzini non si trovano soltanto nei lager o nei campi di concentramento ma talvolta, come in questo caso, anche nelle sale di rianimazione.