giovedì 20 dicembre 2012

Auguri di che?

 (Foto tratta dalla pagina Facebook di Nino Fezza cinereporter)

La guerra distrugge vite, nazioni, simboli, sentimenti. Tutto è perduto con la guerra. Tutto si può recuperare con la tolleranza e la buona volontà. 
Ma, dopo anni di illusioni e di speranze, non ci credo più. Dimostratemi che ho torto...

7 commenti:

Tomaso ha detto...

Hai perfettamente ragione caro Pino.
Fra noi facciamoci un augurio di speranza, Buona notte amico.
Tomaso

Anonimo ha detto...

Nonostante tutto bisogna continuare a credere negli ideali di pace e di giustizia.
Diversamente sarebbe davvero la fine.
Ma poi è proprio vero che tutto va a rotoli ?
Credo che occorra un maggiore equilibrio nel giudicare la storia, altrimenti scivoliamo nel pessimismo.Il pessimismo non è certamente la medicina più
indicata per curare i mali che tormentano la famiglia umana.

evergreen ha detto...

Caro Tomaso, ricambio l'augurio di speranza!
Un saluto e un abbraccio.
Pino

evergreen ha detto...

Carissimo Anonimo (ma non per me!), grazie delle Tue parole di pace e di giustizia. Sai meglio di me che la pace è il frutto maturo della giustizia. Non c'è pace senza giustizia. E il nostro povero mondo deve fare ancora tanta strada per arrivare ad essere finalmente giusto e pacificato. Solo perché me lo chiedi Tu, faccio volentieri un altro piccolo sforzo di ottimismo. Non vorrei che fosse davvero l'ultimo!
Un saluto e un abbraccio.
Pino

Tomaso ha detto...

Carissimo Pino siamo alla vigilia del Santo Natale cosa è di più bello di un semplice presepe, apri qui
Tomaso

Liliana ha detto...

Già...Auguri di che???
Il Natale non è solo luminarie, panettone, regali vari ecc.ecc. Il Natale è anche quello dei poveri, dei bisognosi, degli emarginati, dei dimenticati, degli ammalati, di chi non ha voce per farsi sentire... Il Natale è Natale soprattutto nei borghi di periferia, dove si fa fatica a vivere. Che sia Natale anche per loro.
Anzi...forse in loro riconosciamo il Gesù Bambino che...ci porge una Mano. Stiamo attenti, perchè siamo ancora come i discepoli di Emmaus che pur avendo Cristo insieme a loro...non sapevano riconoscerlo.

Liliana

Anonimo ha detto...
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