lunedì 21 febbraio 2011

Due preghiere all'unisono


Così prega il cristiano:
"Signore, fa' che io sappia scorgere nel volto degli ultimi il Tuo volto e Ti serva servendo i più poveri!"

Così prega chi non crede in Dio ma nell'uomo:
"Fratello emarginato, Ti prego di accettare la mia solidarietà perché nei Tuoi occhi vedo riflessa la mia stessa dignità!" 

In definitiva è la medesima cosa. Il risultato pratico è quello che conta. O almeno mi pare.

4 commenti:

Tomaso ha detto...

Detto bene Caro Pino, questa è la preghiera moderna del cristiano diversi modi ma che significa sempre la stessa cosa.
Buona notte caro amico.
Tomaso

Liliana ha detto...

Per me è la stessissima cosa Pino. Ma comunque si comportano più da veri cristiani i non credenti da quelli che dicono di credere, ma sono bravi sola a pregare e a non mettere in azione la loro preghiera. A che serve la preghiera, se non la si rende operativa? Se non la si concretizza?
Parole, parole, parole e niente sostanza.
Ho constatato invece che chi dice di essere ateo o non credente, nei comportamenti invece, è più cristiano di qualsiasi credente praticante. Ho visto aiutare gente proprio da chi si professa ateo. Io credo che Cristo se tornasse sulla Terra sceglierebbe proprio loro!
Basta con processioni, fuochi d'artificio, preghiere sterili e festeggiamenti inutili che servono solo a buttare soldi, invece che donarli ai poveri. Sono indignata da tanto sfarzo, solo per un piacere di godersi la ...festa!
Dov'è Dio in queste cretine tradizioni???
Sono tradizioni pagane, altro che CRISTIANE!
Un grande abbraccio e grazie per le riflessioni che ci doni con i tuoi post.

Liliana

Evergreen ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Evergreen ha detto...

Carissimi Tomaso e Liliana: vedo che sono all'unisono anche i nostri pensieri.
"Ci sono atei di un'asprezza feroce che tutto sommato si interessano di Dio molto di più di certi credenti frivoli e leggeri."
Pierre Reverdy

A Paola S.

Sull'ali che ti resero leggera Adesso voli libera e felice Nel cielo d'una fredda primavera.