lunedì 31 gennaio 2011

La lucidità di un prete

"Il virus del fascismo di ieri è in libera uscita. Fascismo, berlusconismo, leghismo hanno in comune la pratica di disfarsi di ciò che è democratico". (Don Andrea Gallo)

La maggior parte degli italiani non ha ancora la percezione del pericolo che si corre. Quando se ne accorgerà sarà come al solito troppo tardi.

venerdì 21 gennaio 2011

Abbiamo bisogno di altri Santi e Beati?

La prossima beatificazione di Giovanni Paolo II, come quella di Pio XII che sembra invece segnare il passo, non è altro che un espediente del Papato per glorificare se stesso in un periodo caratterizzato da un crescente distacco dalla pratica religiosa e da innumerevoli defezioni da parte dei fedeli.
Anche la proclamazione dei Santi e dei Beati fa ormai parte di un business colossale ed interessato.
Del resto il futuro Beato, quando era in vita, aveva trasformato il Vaticano in un vero e proprio Santificio ricavandone indubbi vantaggi sul piano economico e di immagine.
Su questo fronte ritengo molto più adulto, serio e consapevole l'atteggiamento dei protestanti.
I Santi e il loro culto, spesso esagerato e pagano, finiscono col diventare un'appendice di quell'idolatria che, scacciata dalla porta, è rientrata dalla finestra anzi dalle finestre che ornano la facciata della Basilica di San Pietro e dalle quali pendono i drappi con la loro effigie durante le costose cerimonie di proclamazione.
Se ci fossero meno Santi ufficiali e più santi nella vita di tutti i giorni, se ne avvantaggerebbero prima di tutto la Chiesa e il suo gregge e poi la società tutta intera.
Speriamo che un domani non lontano non venga in mente a qualcuno di portare sugli altari chi penso io!

martedì 18 gennaio 2011

In quale Paese viviamo?

Viviamo o,  per meglio dire, siamo costretti a vivere in un Paese che ha assunto negli ultimi anni questa strana e vischiosissima forma di governo: pluto-geronto-teo-fallo-velino-crazia!
Le coordinate, secondo me, ci sono tutte!

venerdì 14 gennaio 2011

Dal "Dialogo della Divina Provvidenza" di santa Caterina da Siena, (Cap. 13, Dio, abisso di carità)


"Signore mio, volgi l'occhio della tua misericordia sopra il popolo tuo e sopra il corpo mistico della santa Chiesa. Tu sarai glorificato assai più perdonando e dando la luce dell'intelletto a molti, che non ricevendo l'omaggio da una sola creatura miserabile, quale sono io, che tanto t'ho offeso e sono stata causa e strumento di tanti mali. Che avverrebbe di me se vedessi me viva, e morto il tuo popolo? Che avverrebbe se, per i miei peccati e quelli delle altre creature, dovessi vedere nelle tenebre la Chiesa, tua Sposa diletta, che è nata per essere luce? Ti chiedo, dunque, misericordia per il tuo popolo in nome della carità increata che mosse te medesimo a creare l'uomo a tua immagine e somiglianza. Quale fu la ragione che tu ponessi l'uomo in tanta dignità? Certo l'amore inestimabile col quale hai guardato in te medesimo la tua creatura e ti sei innamorato di lei. Ma poi per il peccato commesso perdette quella sublimità alla quale l'avevi elevata. Tu, mosso da quel medesimo fuoco col quale ci hai creati, hai voluto offrire al genere umano il mezzo per riconciliarsi con te. Per questo ci hai dato il Verbo, tuo unico Figlio. Egli fu il mediatore tra te e noi. Egli fu nostra giustizia, che punì sopra di sé le nostre ingiustizie. Ubbidì al comando che tu, Eterno Padre, gli desti quando lo rivestisti della nostra umanità. O abisso di carità! Qual cuore non si sentirà gonfio di commozione al vedere tanta altezza discesa a tanta bassezza, cioè alla condizione della nostra umanità? Noi siamo immagine tua, e tu immagine nostra per l'unione che hai stabilito fra te e l'uomo, velando la divinità eterna con la povera nube dell'umanità corrotta di Adamo. Quale il motivo? Certo l'amore. Per questo amore ineffabile ti prego e ti sollecito a usare misericordia alle tue creature".
Questa pretesa che Dio abbia fatto l'uomo a Sua immagine e somiglianza, che si sia addirittura innamorato di lui, che abbia per giunta deciso di incarnarsi in un bipede dalla pelle color del vomito (come diceva J.P.Sartre),  soffrire e morire per noi 2000 anni fa (perché non prima?), mi sembra una smisurata bestemmia ed una colossale mancanza di senso delle proporzioni. 
L'uomo dimostra con questo di avere in sé la stessa ambizione sfrenata di quell'angelo decaduto e ribelle che per primo commise il più grande dei peccati: farsi uguale a Dio. 
Su queste basi di smisurato orgoglio egli ha costruito e collaudato nel tempo un'ardita impalcatura teologica, in apparenza suggestiva e consolatoria ma sostanzialmente feroce e diabolica, dalla quale precipita nella disperazione e nel dolore uno stuolo sconfinato di infelici suoi simili. 
Egli continua a sacrificare ogni giorno e senza scrupoli cento, mille, milioni di vittime sulla stessa croce della Vittima per eccellenza.
Il mite Galileo non c'entra nulla con questa aberrante teologia della sofferenza e della morte che, per paradosso crudele,  nascerebbe dall' infinito amore di Dio per le Sua creatura prediletta. 
Il gioioso profeta, che nelle felici contrade della Palestina del Suo tempo inneggiava alla vita in tutte le sue forme, non ha nulla a che fare con questa atroce, oscura, cruenta teoria della filiazione divina, della colpa e dell'espiazione. 
Egli fu soltanto una Vittima, la più sublime e innocente di tutte, che un doppio potere ipocrita - sacerdotale e politico - immolò e continua ad immolare sull'altare della crudeltà e della ragion di stato.

giovedì 6 gennaio 2011

Tomas Luis de Victoria

La voce umana è il più nobile degli strumenti musicali. Il fascino che promana da esecuzioni corali come questa è avvolgente e misterioso. Un nutrimento a volte essenziale per lo spirito.

Il miracolo perpetuo dell'esistenza

  Non mi interessa più capire come un dio possa essere uno e trino, come Gesù sia uomo e figlio di dio.  Sono anch'io figlia di dio e am...