venerdì 26 ottobre 2007

A mio Padre


Ho sempre amato il Tuo volto, o Padre.
E più lo amavo le sere di luglio
che bambino Ti venivo incontro

sentendo nell'aria il ritorno

e Tu, o Padre - ma come facevi? -
eri già lì che mi aspettavi
dietro la curva sotto il camposanto.

 
Ho sempre amato il Tuo braccio, o Padre,
umile gloria del Tuo omero nudo
che Tu temevi allora
di mostrare agli altri
- uomini piccoli e duri -
e più lo amo adesso
che il cerchio del tempo si stringe.


Ho sempre amato la Tua mano, o Padre.
E più la amo adesso - arida e sola -
adesso che il cerchio del tempo si chiude.
Mi è mancato il tempo
per stringerla più a lungo tra le mie
e sentire così - col palpito forte del cuore -
il battito della Tua grande anima triste.


Ti ho sempre amato, o Padre.
E più ti amerò
quando il tempo avrà serrato il cerchio
e l'ora terminata la corsa
ricordando i Tuoi occhi
rivedendo il Tuo volto
ancora più bello dopo le infinite fatiche d'estate.


E più ancora Ti amerò, o Padre,
ripensando al Tuo braccio
che bambino mi sollevava felice
sulla via del ritorno
le sere di luglio
dietro la curva
dove mi aspettavi.


(Cosenza, 6 giugno 1991)

2 commenti:

Gianna ha detto...

Molto bella e sentita, Pino.
Anche tu devi avere amato molto tuo padre.Mi sono commossa.
Un abbraccio.

Anonimo ha detto...

Una poesia da antologia, un gioiello da incorniciare.
Mi ha fatto pensare al mio papà, più duro, ma anche tanto simile al tuo.
Antonio

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