Non faccio misteri sulla mia simpatia per questo Papa.
La foto che - da cardinale - lo ritraeva come un normalissimo passeggero su un vagone della metropolitana di Buenos Aires me lo rese simpatico da subito.
I gesti semplici che sin dall'inizio hanno segnato il Suo Pontificato mi hanno confermato finora nell'idea che Papa Bergoglio è un autentico dono del Cielo.
È il Papa che la gente semplice e senza grilli per la testa aspettava da tempo.
Se - come generalmente si ritiene nel mondo cattolico - è lo Spirito che soffia ed agisce sulle vicende umane e se anche l'elezione del Papa ne è una diretta e privilegiata conseguenza, allora non si riescono a capire certe prese di posizione, espresse a volte con vera acrimonia, da taluni rappresentanti di un mondo cattolico tradizionalista.
Eccone, ad esempio, due tratte da un blog - per altri versi pregevole - che non cito:
- "Suggerisco la lettura delle lucidissime considerazioni del Prof. Xx Xxxxx che sottoscrivo parola per parola, in particolare il finale:
"[vi
è in Francesco]una certa inclinazione autoritaria (“io farò di tutto
per …”), in singolare contrasto con i frequenti assunti pluralistici, ma
tipica dei “rivoluzionari” democratici, col rischio di imprudenti
collisioni con la tradizione millenaria.
In più, resta incongruo in
papa Francesco questo prendere iniziative di comunicazione pubblica e
questo volersi senza filtri (la sintomatica immagine dell’appartamento
papale come un imbuto), che rivelano indisponibilità a sentirsi uomo di
governo (cosa più difficile che essere riformatore) in un’istituzione
altissima e “sui generis” come la Chiesa cattolica. Le battute del papa
su curia e Vaticano lo evidenziano.
Il suo è, a tratti, un
comportamento da manager moderno e informale, di quelli che si concedono
molto alla stampa. Ma questo aggrapparsi a persone e cose che stanno
fuori – collaboratori, amici, stampa, opinione pubblica, lo stesso
appartamento a Santa Marta è “fuori” – come se l’uomo Bergoglio temesse
di non sapere che fare una volta rimasto solo, da papa,
nell’appartamento dei papi, non è positivo. E non potrà durare. Anche i
media si stancheranno di fare da sponda a un papa che ha troppo bisogno
di loro."
- Ed ancora:
"Gentile Xxxxxxxxxx,
Spero che finalmente Lei pubblicherà questa mia.
Ognuno può far quel che vuole, ma almeno rispondere alle mail dovrebbe
essere doveroso.
Lei sbaglia, secondo me: ma non per i motivi che uno, in una temperie "culturale" come questa, sarebbe portato a supporre.
La
Chiesa (se di Chiesa si tratta) è in contraddizione con se stessa da
circa 50 anni. Dire che Bergoglio sbaglia a canonizzare GPII perchè ne
contraddice il magistero significa non aver colto --ma lei, secondo me,
l'ha colto, e meglio di molti altri-- il carattere del ciarlatano della
pampa: l'assenza di qualsiasi elemento di rigore teoretico in tutto quel
che egli fa. Ecco perchè piace alle masse.
A Bergoglio non frega nulla del magistero.
Inoltre,
tutte le buffonate di questo papa --sempre che lo sia: e lui stesso
pare non voglia esserlo--non ci devono, per contrasto, far rivalutare la
figura di GPII, che, pace all'anima sua, ha introdotto o rafforzato
nella Chiesa elementi spuri e anticattolici: un culto sciatto, quando
non blasfemo, l'incarnazionismo, il personalismo, etc.: tutte cose che
lei sa meglio di me.
Grazie dell'attenzione e dello spazio.
Cordiali saluti,
Xxxxx"
Parlare disinvoltamente del Papa come di un ciarlatano della pampa mi sembra irriguardoso oltre che ingiusto.
Chi sono questi signori per mettere
sulla graticola un Pontefice?
Non si muove foglia che Dio non voglia e il
cammino dello Spirito non sempre incrocia le aspettative umane.
Personalmente sono molto felice che Papa Francesco riesca oggi a scuotere le coscienze assopite, a dar voce
alla stragrande maggioranza del popolo di Dio che, negli anni appena trascorsi del fulgore, del personalismo (mi verrebbe da dire del culto della personalità) e della
grandeur semimondana di GPII, aveva invece visto offuscarsi e di molto i valori
autentici di un Vangelo quasi completamente dimenticato.
Questo Papa, un giorno sì e l'altro pure, non fa altro che richiamare con energia - e con grande efficacia comunicativa - i negletti ed imperiosi doveri di un cristiano verso i poveri e verso chi si dibatte tra le mille difficoltà di un mondo che segue da troppo tempo più Mammona che Dio.
Niente di più, niente di meno.
Lunga vita all'intrepido Papa Bergoglio!