Carissimi,
non obbedirei al mio dovere di vescovo, se vi dicessi “Buon Natale”
senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire…
Mi
lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come
indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli! Gesù
che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza
spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di
donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio…
Dio
che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra
carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei
vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate…
Giuseppe
che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le
delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i
tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle
vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla
sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro
figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro…
I
poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano
nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire
che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli
ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono
tranquillanti inutili. I pastori che vegliano nella notte “facendo la
guardia al gregge” e scrutano l’aurora vi diano il senso della storia,
l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino
il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire
ricchi. Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la
speranza.
+ Tonino Bello, vescovo
Per essere scomodi agli altri bisogna esserlo prima verso se stessi!
Don Tonino Bello aveva la statura morale di chi non predica con le sole parole, aveva la forza di un vero profeta, aveva il coraggio che viene da Dio.