martedì 27 novembre 2012
sabato 24 novembre 2012
Vanitas vanitatum et omnia vanitas (Ecclesiaste)
1 Parole di Qoèlet, figlio di Davide, re di Gerusalemme.
2 Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità, tutto è vanità.
3 Quale utilità ricava l'uomo da tutto l'affanno
per cui fatica sotto il sole?
4 Una generazione va, una generazione viene
ma la terra resta sempre la stessa.
5 Il sole sorge e il sole tramonta,
si affretta verso il luogo da dove risorgerà.
6 Il vento soffia a mezzogiorno, poi gira a tramontana;
gira e rigira
e sopra i suoi giri il vento ritorna.
7 Tutti i fiumi vanno al mare,
eppure il mare non è mai pieno:
raggiunta la loro mèta,
i fiumi riprendono la loro marcia.
8 Tutte le cose sono in travaglio
e nessuno potrebbe spiegarne il motivo.
Non si sazia l'occhio di guardare
né mai l'orecchio è sazio di udire.
9 Ciò che è stato sarà
e ciò che si è fatto si rifarà;
non c'è niente di nuovo sotto il sole.
10 C'è forse qualcosa di cui si possa dire:
«Guarda, questa è una novità»?
Proprio questa è già stata nei secoli
che ci hanno preceduto.
11 Non resta più ricordo degli antichi,
ma neppure di coloro che saranno
si conserverà memoria
presso coloro che verranno in seguito.
venerdì 16 novembre 2012
La Polizia e Pasolini
Ai suoi tempi Pasolini, con voce ferma e fuori dal coro, si schierò senza esitazione dalla parte dei poliziotti e bollò con parole di fuoco i giovani comunisti che a Valle Giulia li avevano attaccati. Eccole:
« Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni
vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio delle università)
il culo. Io no, amici.
Siete paurosi, incerti, disperati (benissimo)
ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori e sicuri:
prerogative piccoloborghesi, amici.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.
Quanto a me, conosco assai bene
il loro modo di essere stati bambini e ragazzi
le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui,
a causa della miseria, che non dà autorità.
La madre incallita come un facchino, o tenera, la salvia rossa (in terreni altrui, lottizzati);
i bassi sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi
caseggiati popolari, etc. etc. »
Pasolini così concludeva :
« A Valle Giulia, ieri si è così avuto un frammento
di lotta di classe: e voi amici
(benché dalla parte della ragione)
eravate i ricchi.
Mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri.
Bella vittoria, dunque,
la vostra! In questi casi
ai poliziotti si danno i fiori, amici. »
(Da il "PCI ai giovani" di Pier Paolo Pasolini)
Sono persuaso che oggi, all'indomani delle violenze dei poliziotti su giovani inermi, Pasolini avrebbe avuto parole di severa condanna verso questi figli del popolo al servizio di un potere sordo, arroccato e arrogante e, a differenza di allora, si sarebbe schierato senza esitazione dalla parte degli studenti.
In questo caso agli studenti, che stavano dalla parte della ragione perché manifestavano per il proprio futuro, "si danno i fiori" e non le manganellate, amici.
giovedì 8 novembre 2012
Lettera a Pinocchio
Giovanni Paolo I |
Devo sempre molta gratitudine al mio amico Prof. Di Palma per quello che - spesso a sua insaputa - riesce a donare agli altri con ammirevole generosità.
Meno di un mese fa sono stato ospite nella sua bella casa di Scisciano. Nello studio, affollato di nipotini e di libri, fui subito attratto da una splendida foto a colori che ritraeva insieme - in Piazza San Marco - Paolo VI e l'allora Card. Albino Luciani, Patriarca di Venezia.
La foto - mi raccontava il Professore - era stata buttata via da qualcuno e lui l'aveva amorevolemte sottratta ad un sicuro e inglorioso abbandono facendola sistemare in una degna cornice.
Del Card. Luciani - continuava il mio amico - egli conservava in libreria anche "Illustrissimi", che è una raccolta di lettere a personaggi celebri, tutti scomparsi, ai quali il futuro Papa scriveva sottoponendo loro problemi ancor oggi attuali.
Mi venne alla mente che quel libro ce l'avevamo in casa anche noi. L'aveva comprato mia moglie a Milano verso la fine degli anni 70 e anche io l'avevo letto, sia pure disordinatamente, andando cioè a pescare casualmente tra le pagine. In genere, quando questo è possibile, non leggo mai un libro iniziando dalla prima pagina.
A volte inizio proprio dall'ultima. E vado avanti passim. Devo ammettere che è un modo abbastanza strano, originale, non molto serio, un pò irriverente di trattare il miglior amico dell'uomo che è il libro.
Tornato a casa, ho rispolverato "Illustrissimi" e l'ho trovato ancora più interessante.
Con lo stile semplice ed efficace di chi non si dà tante arie, senza paroloni, senza fronzoli, senza compiacimenti letterari, con rara leggerezza, l'allora Card. Luciani scriveva cose molto profonde e molto vicine alla sensibilità dei suoi tempi.
Mi piace trascrivere un breve passo tratto dalla lettera a Pinocchio ovvero "Quando ti prenderai la cotta". Secondo me è una piccola perla. Eccolo:
"Le
obiezioni più frequenti le sentirai circa la Chiesa. Ti può forse aiutare una
battuta, riferita da Pitigrilli. A Londra, ad Hyde Park, un predicatore predica
all’aria aperta, ma è interrotto ogni tanto da un individuo mal pettinato e
sporco. - Sono duemila anni che esiste la
Chiesa, sbotta ad un tratto
l’individuo, e il mondo è ancora pieno di ladri, di adulteri, di assassini!
"
Avete
ragione,
rispose il predicatore, sono
due milioni di secoli che c’è l’acqua al mondo, e guardate in che stato è
il vostro collo!"
In
altre parole: ci sono stati dei cattivi papi, dei cattivi preti, dei cattivi
cattolici. Ma questo che significa? Che è stato applicato il Vangelo? No, che
viceversa, in quei casi, il Vangelo non è stato applicato!"
E questa - finora - mi sembra la migliore risposta alle critiche spesso severe che nemmeno in questo blog ho risparmiato alla Chiesa ed ai suoi uomini.
lunedì 5 novembre 2012
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