In questa lettera di Flora Emilia ad Aurelio Agostino, vescovo di Ippona, una difesa appassionata dell'amore, della sessualità e, in definitiva, della libertà dell'uomo contro tutti i divieti e le innumerevoli imposizioni morali che finiscono con il sopprimere, spegnendolo a poco a poco, l'anelito naturale alla tenerezza ed al rapporto armonioso tra i due sessi.
Un impietoso atto di accusa di una donna tradita dal suo antico amante per colpa di Monica e in nome di un Dio cinico creato dalla mente di Agostino.
Documento coraggioso e pieno di presagi.
2 commenti:
Caro Pino eccomi nuovamente in pista per qualche giorno poi la Turchia mi aspetta, ciao e buona settimana.
Tomaso
Sei un viaggiatore incallito, caro Tomaso! Ma dove lo trovi tutto questo vigore? Complimenti!!!!!!!!
Posta un commento