martedì 16 settembre 2008

Mors et vita duello conflixere mirando...


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La nostra cultura occidentale non ha mai assimilato del tutto il concetto di morte. Non si è mai rasseganta ad essa. E' refrattaria alla sua sola idea. Gli inevitabili scongiuri di rito che accompagnano in modo più o meno palese qualsiasi richiamo alla morte (dal carro funebre incrociato per caso al loculo da acquistare, dal discorso diretto alle velate allusioni sull'argomento) ne sono una prova eloquente. Eppure la morte è un'esigenza biologica, un dovere dell'esistenza, uno scotto pagato alla vita, un traguardo finale obbligato, un avvicendamento naturale al quale sono chiamate tutte le creature di questo basso mondo che è, in tutto e per tutto, simile alla scena di un teatro da cui, al termine del contratto, un attore o una compagnia d'attori deve andar via per cedere il posto ad altri interpreti e ad altre rappresentazioni.
Per superare la paura della morte e del nulla l'uomo si è attrezzato in vari modi. Si è inventato ad esempio l'immortalià dell'anima. Ha teorizzato la resurrezione dei corpi. Ha ipotizzato per sé un Paradiso felice e privo di sofferenze. E - cinicamente - ha anche messo in piedi quegli abili ma non completamente disinteressati giochi con l'aldilà che dovrebbero aiutare i poveri mortali a guadagnarsi il godimento perpetuo dei premi ultraterreni evitando pene e castighi eterni in mezzo al fuoco ed altri tormenti.
Non così nelle culture orientali per le quali l'idea che tutti gli esseri viventi sono destinati a finire è accettata con maggiore naturalezza e senza le nostre paure. In tal modo si apprezza ancor più la vita che ci è stata donata e la stagione che ci tocca vivere "hic et nunc".

3 commenti:

Octuagenario ha detto...

E' una delle domande che mi sono sempre posto. Se Seneca avesse fatto più breccia nella nostra cultura probabilmente ragioneremmo come gli orientali.
Sta di fatto che anche a me dà fastidio l'idea...

Evergreen ha detto...

La morte è una realtà ostica per tutti. E il motivo è che la nostra cultura ne ha rimosso quasi totalmente perfino l'idea che invece dovrebbe essere accetttata con naturalezza e senza alcuna paura. P.S.: grazie per aver inserito il mio link nel tuo pregevole blog.

Octuagenario ha detto...

Figurati :) troppo poco...

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Una storia di gloria e di misfatti Un popolo d'eroi e di vigliacchi Una genìa di saltimbanchi e matti!