venerdì 23 maggio 2014

Del dovere morale del voto

Considerata la situazione nella quale si trova oggi l'Italia (disoccupazione elevatissima, economia bloccata, corruzione dilagante, povertà crescente, sfiducia e rancore ai massimi livelli nei confronti di una classe dirigente incapace e arrogante), ritengo un preciso dovere morale nei confronti delle giovani generazioni dare il voto a chi vuole un effettivo cambiamento ed una vera inversione di tendenza, a chi non vuole mantenere in vita i privilegi di casta ma servire il Paese al massimo per due legislature, a chi ha già cominciato a dare esempi concreti rinunciando, ad esempio, al finanziamento pubblico, che invece altri partiti - con bella faccia tosta - hanno continuato traquillamente a incassare.
Oggi i due partiti (il PD e FI), sui quali ricade la principale responsabilità dell'attuale stato di cose, non possono più promettere riforme e scenari credibili, avendo avuto entrambi tutto il tempo per farlo nel ventennio appena trascorso.
L'unica strada da percorrere è - secondo me - una rivoluzione civile e non violenta che, nel voto al M5S, fa confluire tutta la rabbia degli italiani, delusi oltre ogni limite da politici narcisi, falsi, ambiziosi, autoreferenziali, lontani anni luce dai bisogni reali della gente.
Scegliere minuscole formazioni nate per lo scopo precipuo di frantumare il voto, sarebbe un fatale errore.

3 commenti:

Tomaso ha detto...

Caro Pino, credo che tutto quello che hai detto, è la verità ciò ci spinge tutti indistintamente di andare a fare il proprio dovere.
Non lasciarsi influenzare da che dice tanto è lo stesso, è l'unica volta che la tua parola vale come il presidente della Repubblica, il tuo voto vale uguale a tutti gli politici che ci governano.
Votare è segno di democrazie e di civiltà.
Ciao amico e buon fine settimana.
Tomaso

Evergreen ha detto...

In democrazia è ammesso usare le armi: quelle del voto! A patto che si usino bene e con cautela, come per tutte le armi!
Un caro saluto, ottimo Tomaso.

Anonimo ha detto...

Commento con ritardo questo post per dire che sono d'accordo su tutto tranne sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.
Non ho mai capito come un presidio importante di democrazia come questo possa essere considerato un male assoluto.
Il finanziamento permette a chiunque non si chiami Paperoni di poter accedere agli scranni della politica. Il problema, come al solito non riguarda la macchina Italia ma il pilota. Non e' un problema strutturale ma etico e culturale.
GuerinMeschin

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