Ricordo che gli assegni familiari, sebbene piuttosto modesti quanto ad importo, venivano regolarmente corrisposti nella mia busta paga per entrambi i miei figli. Da subito e senza soluzione di continuità. Dalla nascita al compimento dell'età prevista per legge. Era un aiuto modesto ma era pur sempre un aiuto.
Diciamo che, ai miei tempi, una certa attenzione alla famiglia da parte dello Stato c'era e si toccava con mano.
Adesso m'accorgo che non esiste più nemmeno quell'attenzione minima nei riguardi dei nuovi nati o, se esiste, è quasi ridotta a zero.
In una Nazione cattolica, nella quale la famiglia dovrebbe ricevere i maggiori riguardi, avviene esattamente l'opposto.
In un Paese, in cui tutti - a parole - si dicono interessati alla più importante cellula della società, si privano di fatto le giovani coppie di ogni elementare sostegno nel periodo più delicato della crescita dei figli.
In uno Stato particolarmente ingordo, che assegna pensioni e prebende d'oro ai propri insaziabili lacché e che sperpera risorse importanti in scandalosi rimborsi eletterali e in mille altre spese improduttive, si rifiutano modesti assegni familiari a padri e madri alle prese con le quotidiane difficoltà della vita.
Ma in che Paese oggi viviamo? Dove è finita la coscienza di chi ci governa? Nelle mani di chi ci siamo colpevolmente consegnati?