Paolo di Tarso, inizialmente feroce persecutore dei primi cristiani, divenne in seguito - per quelle strane ed inspiegabili ironie della sorte - l'instancabile e caparbio predicatore che conosciamo attraverso le numerose "lettere" da lui indirizzate alla nascenti comunità delle origini. Esse già contengono in nuce l'ardita teologia che fa di un uomo il figlio di Dio e che nei successivi tre secoli il cristianesimo avrebbe perfezionato ed imposto come dogma di fede. Da quei documenti paolini promana una tale passione, una tale forza concettuale ed un tale vigore stilistico da giustificare pienamente l'attribuzione a Paolo di vero "fondatore" del Cristianesimo. Ma secondo alcuni il Nostro non era che un ardente e caparbio fanatico, uno psicopatico, una persona estremamente violenta e soggetta a ripetute crisi allucinatorie.