Due paroline ai miei quattro amici per dire in cinque punti la mia posizione sul problema “migranti”.
1. Parto da un proverbio arabo che trovo splendido nella sua verità e che recita testualmente: “la terra è di Dio”. Il pianeta che abitiamo ci è stato dato infatti come casa comune dove però gli egoismi individuali e collettivi hanno nel tempo disegnato confini invisibili ed eretto muri invalicabili per escludere la maggior parte degli uomini dal possesso e dal godimento dei beni della terra.
2. Lo sfruttamento intensivo e prolungato delle risorse di intere regioni africane, i terribili mutamenti climatici intervenuti nel recente periodo, hanno determinato squilibri economici insanabili tra Paesi ricchi e Paesi poveri, tra Nord e Sud del mondo.
3. La preponderanza di popolazione giovane nel Continente nero a fronte dell’invecchiamento demografico dell’Occidente porterà inevitabilmente ad una diversa colorazione etnica anche nelle nostre città.
4. Occorre una visione di ampio respiro per essere in sintonia con la Storia. Non sarebbe saggio farsi trascinare dal livore e dalle miserie di una politica, quella italiana in particolare, che ha il corto respiro delle convenienze elettorali di parte. Alzare muri o chiudere porti non servirà a bloccare il cammino dell’umanità, da sempre alla ricerca del destino migliore per se stessa e per i propri figli.
5. Ultimo ma non ultimo: “ero straniero e voi mi avete accolto”. Questo messaggio, che si trova nel cuore del Vangelo e che in molti hanno dimenticato, rappresenta per me - cristiano convinto anche se non praticante - la stella polare che orienta il mio modo di vedere e di pensare il problema.
Problema gigantesco che va studiato e approfondito con serietà e competenza, senza fare ricorso a slogan propagandistici urlati nelle piazze e sui social ma che lasciano il tempo che trovano. Per me l’accoglienza e i porti aperti sono quindi fuori discussione ma una concreta, intelligente, tollerante integrazione è la sfida che ci attende nei prossimi anni e che nessun governo ha finora voluto o saputo affrontare.
Fatti sempre salvi il rispetto delle leggi (mi verrebbe da precisare: leggi "giuste", secondo il pensiero di don Milani), la ferma repressione degli abusi e la severa punizione per chi li commette.