mercoledì 15 aprile 2020

Jean Guitton


Ora, quale sarà l'avvenire della specie umana? Può darsi che la sua età adulta non sia ancora giunta e che questto istante di venti secoli dopo Gesù rappresenti una preinfanzia. Può darsi al contrario che l'esperienza sia durata abbastanza e sia sul punto di terminare. Ma, come ho detto sovente, il tempo non ha importanza. Assistiamo ad una specie di raggruppamento delle nazioni, ad un tentativo di ricapitolazione nell'unità. Ma attorno a quale principio, a quale centro e con quale molla? C'è, ai giorni nostri, un ESSERE, una IDEA, una ESISTENZA, che sia veramente capace di permettere agli uomini di unificarsi, di progredire, qualunque sia il loro livello, di riparare in un istante le loro perdite? Mi pare che la storia di Gesù, illuminata da quella delle epoche che l'hanno preceduta e dei venti secoli che l'hanno seguita, permetta di rispondere a questa interrogazione. Poiché noi abbiamo fatto quasi tutte le esperienze, abbiamo esaurito tutte le negazioni: e non c'è altro nome che possa essere pronunciato per dare all'uomo del sec. XX la speranza e la gioia.
J. Guitton, Gesù, Ed. Marietti

Questa la conclusione di un libro scritto una sessantina di anni fa. La risposta data dall'autore all'uomo del sec. XX  ritengo sia la stessa che si può dare anche (e forse di più) oggi all'uomo del sec. XXI, all'alba del quale sentimenti di disgregazione, di odio e di razzismo sono pericolosamente riemersi nel mondo (anche da noi!) e vanno esattamente in senso contrario a quel tentativo di ricapitolazione nell'unità.

Il miracolo perpetuo dell'esistenza

  Non mi interessa più capire come un dio possa essere uno e trino, come Gesù sia uomo e figlio di dio.  Sono anch'io figlia di dio e am...