Ho sempre guardato con diffidenza e sospetto a questi incontri di Assisi fin da quando - il 27 ottobre 1986 - Giovanni Paolo II ne volle iniziare con gran pompa la serie.
Nell'ottica della grandeur e del culto della personalità che caratterizzarono gli anni del papa polacco, essi dovevano rappresentare né più né meno l'equivalente delle ambiziose, inconcludenti e costose passerelle internazionali dei leader politici che niente o quasi hanno prodotto in fatto di pace e di effettivo progresso dell'umanità. Dello "spirito di Assisi" rimane un vuoto e desolante bla-bla che nessuno ha mai tradotto in pratica.
Non è chi non veda che proprio in questi trent'anni sono accresciuti a dismisura i conflitti armati; che proprio in questo periodo sono aumentate - e di molto - le vittime innocenti delle guerre; che mai come oggi una massa enorme di infelici viene sacrificata sull'altare degli interessi economici di chi regge le sorti del mondo; che mai come adesso il pianeta Terra è a rischio per la mancanza assoluta di rispetto per la natura e per l'ambiente.
A cosa servono allora gli incontri periodici tra i leader politici?
A cosa serve questa aggiuntiva, inutile passerella in chiave religiosa?
Spero di sbagliarmi ma temo a nulla!