Un celebre autore, da me incrociato molti anni fa, ha dedicato alcune pagine di una sua fortunata opera alla
figura del direttore d'orchestra. Si tratta di Elias Canetti, premio
Nobel per la letteratura nel 1981, bulgaro di lingua tedesca
naturalizzato britannico, figlio di ebrei con remote origini spagnole e
italiane. Dice Canetti in “Massa e potere”:
«Non c'è alcuna espressione del
potere più evidente dell'attività del direttore d'orchestra. Ogni
particolare del suo comportamento in pubblico è significativo; qualunque
cosa egli faccia, getta luce sulla natura del potere […]. Il direttore
d'orchestra sta in piedi. La posizione eretta dell'uomo è ancora
importante, quale antica memoria, in molte rappresentazioni del potere.
Il direttore sta in piedi da solo. Intorno a lui siede l'orchestra,
dietro di lui siedono gli ascoltatori: egli sta in piedi in luogo
elevato ed è visibile davanti e dietro».
«È la visibilità che conferisce potere al direttore d'orchestra. Solo, in piedi, in un luogo visibile a tutti (orchestra e pubblico) il direttore impartisce veri e propri comandi con mano e bacchetta e decide quale voce zittire e quale esaltare ».
«È la visibilità che conferisce potere al direttore d'orchestra. Solo, in piedi, in un luogo visibile a tutti (orchestra e pubblico) il direttore impartisce veri e propri comandi con mano e bacchetta e decide quale voce zittire e quale esaltare ».
«Il lavoro che il direttore compie, in ogni caso di natura complessa, esige da lui estrema attenzione. Presenza di spirito e rapidità stanno tra le sue qualità cardinali. Egli deve piombare fulmineo su chi infrange la legge. Le leggi gli vengono date in mano, in forma di partitura. Anche gli altri ce le hanno e possono controllarne l'esecuzione; egli solo però decide».
«La differenza degli strumenti
corrisponde alla differenza degli uomini. L'orchestra equivale a
un'assemblea di tutti i principali tipi. Pronti a ubbidire, permettono
al direttore di trasformarli in un'unità che egli farà poi divenire
visibile dinanzi a loro stessi».
« Vivente raccolta di leggi, il direttore signoreggia sull'uno e sull'altro lato del mondo morale. Con il comando della sua mano indica ciò che accade e vieta ciò che non deve accadere. Il suo orecchio fruga l'aria alla ricerca del proibito. Per l'orchesta il direttore rappresenta effettivamente l'intera composizione nella sua simultaneità e nella sua sequenza; poiché durante l'esecuzione il mondo non deve consistere d'altro che della composizione, il direttore è, finché essa dura, il sovrano del mondo».
Ecco perché il Maestro Muti se la caverebbe egregiamente anche sul Colle!
1 commento:
Caro Colonnello non finisci mai di stupirmi perchè da Te non si finisce mai di imparare!
Da questa bellissima pagina di Elias Canetti, da te riportata , ho imparato tante cose che ignoravo della funzione del Direttore d'Orchestra !
Ma la funzione del Direttore d'Orchestra suppongo che sia molto più facile di quella del Presidente della Repubblica e che l'una e l'altra siano sia toto coelo diverse, perchè nella prima abbiamo che gli orchestrali sono tutti attenti, docili e subordinati ai comandi del loro direttore, nella politica invece abbiamo che i senatori, singolarmente presi, potrebbero essere anche brave persone, ma insieme si trasformano in delle cattive bestie, come recita il famoso detto latino: SENATORES BONI VIRI, SENATUS MALA BESTIA".
Temo pertanto che Riccardo Muti,
alla prova del Colle, davanti agli indisciplinati e recalcitranti deputati e senatori ,non se la caverebbe egregiamente,ma rassegnerebbe immediatamente l'incarico.
Antonio
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