sabato 28 marzo 2020

La benedizione urbi et orbi e la forza potente dei simboli.

Un Papa anziano dal passo ormai stanco e vacillante; una piazza San Pietro incredibilmente vuota non solo a motivo della pioggia battente; un severo Crocifisso ligneo dal volto scuro, posto a barriera del morbo di oggi come lo fu per la peste del 1500; un ostensorio dorato sollevato a fatica per benedire nelle tre direzioni un livido cielo di Roma; un suono di campane stranamente commisto al lamento di un’occasionale ambulanza di passaggio; un’inedita indulgenza plenaria concessa non “more solito” ma “gratis et amore Dei” a credenti, credenti così è così (quorum ego), miscredenti, atei, agnostici, insomma un'indulgenza data a tutti senza alcun obbligo da parte di chi voleva "lucrarla" (lucrare: orribile voce verbale, ambigua ed equivoca, che da ieri dovrebbe essere sparita dal vocabolario simoniaco della Penitenzieria Apostolica).
C’è chi sostiene, non senza qualche fondata ragione, che la Chiesa, oltre che Madre e Maestra, sia anche una poderosa Multinazionale ante litteram, divenuta nel tempo la più grande esperta di “marketing” e di tecniche ad esso collegate. Il suo primo “product manager” sarebbe stato Paolo di Tarso, mente fervida e geniale, che da subito concepì quell’ardita teologia della salvezza, sulla quale poggia l’intera religione cristiana.
Se ciò fosse vero, nella serata di ieri, la Chiesa ha superato se stessa con un’offerta “speciale” inattesa e straordinaria (comprensiva di indulgenza gratuita), che non sarebbe esagerato definire storica.
Il buon Martino, che proprio sul terreno delle indulgenze condusse un'aspra battaglia contro la Chiesa di Roma, avrebbe gradito non poco!



2 commenti:

Tomaso ha detto...

Caro Pino, una emozione mi ha invaso vedendo il papa solo nelle parole e nel vuoto immenso che lo circondava!!!
Ciao e buon fine settimana con un abbraccio e un sorriso:-) 
Tomaso 

Evergreen ha detto...

Anche a te, carissimo Tomaso!

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