giovedì 20 dicembre 2012

Auguri di che?

 (Foto tratta dalla pagina Facebook di Nino Fezza cinereporter)

La guerra distrugge vite, nazioni, simboli, sentimenti. Tutto è perduto con la guerra. Tutto si può recuperare con la tolleranza e la buona volontà. 
Ma, dopo anni di illusioni e di speranze, non ci credo più. Dimostratemi che ho torto...

martedì 18 dicembre 2012

Costituzione e Benigni

La nostra Costituzione - Benigni ha omesso (per contratto) di dirlo - non è stata difesa da nessuno. Neanche da chi aveva il preciso compito istituzionale di farlo.
Non si spiegano altrimenti le attuali degradate condizioni socio-economiche che fanno a pugni con il rispetto della dignità delle persone e con i principi di libertà e di eguaglianza solennemente proclamati nei suoi primi 12 articoli.
Deve essere un destino di tutte le Magnae Chartae quello di essere tradite e disattese.
Nemmeno la Magna Charta del Cristianesimo ha avuto sorte diversa, pur essendo in assoluto la migliore.

mercoledì 12 dicembre 2012

Considerazioni sulla morte

Victimae Paschali Laudes 
Immolent Christiani
1.Agnus redemit oves
Christus innocens Patri
Reconciliavit
Peccatores
2.Mors et Vita duello
Conflixere mirando;
Dux vitae mortuus
Regnat vivus.
3.Dic nobis, Maria.
Quid vidisti in via?
Sepulchrum Christi viventis
Et gloriam vidi resurgentis.
4.Angelicos testes.
Sudarium et vestes.
Surrexit Christus spes mea;
Praecedet  suos in Galilaeam.
5. Scimus Christum surrexisse
A mortuis vere.
Tu nobis victor
Rex miserere.
Amen. Alleluia. 

Così la sequenza pasquale nella liturgia romana.

La vita e la morte combatterono (in) un grandioso duello. Il Signore della vita, (già) morto, regna da vivo.

In questo è condensata la visione cristiana della morte che altro non sarebbe che un passaggio (come la Pasqua) verso la vita. La vita diventa l'unico filo conduttore e la morte soccombe a se stessa. 
La vita è destinata a prendere il sopravvento su tutto. 
In questo ottica il morire equivale a un preciso dovere biologico. 
Basta guardare ciò che avviene in natura: il seme deve macerarsi e traformarsi per far nascere la pianta. I fiori e l'erba dei campi devono sfiorire ed appassire per far posto ad altri steli, ad altre corolle, ad altri fili d'erba nella stagione successiva.
L'esistenza è un continuo alternarsi di morte e di vita. Non si dà l'una senza l'altra. 
La Resurrezione diviene così il simbolo per eccellenza della vita che si trasforma e sopravvive alla morte.

sabato 8 dicembre 2012

Auguri scomodi


Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo, se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire…
Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati. Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli! Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio…
Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate…
Giuseppe che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro…
I poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili. I pastori che vegliano nella notte “facendo la guardia al gregge” e scrutano l’aurora vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi. Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.

+ Tonino Bello, vescovo

Per essere scomodi agli altri bisogna esserlo prima verso se stessi!
Don Tonino Bello aveva la statura morale di chi non predica con le sole parole, aveva la forza di un vero profeta, aveva il coraggio che viene da Dio. 

giovedì 6 dicembre 2012

La vecchia siracusana e Dionigi il tiranno

Mi è tornata alla mente questa versione dal latino dei miei verdissimi anni. E vorrei proporla - con la traduzione - ai miei dieci lettori. Ogni riferimento all'attuale situazione italiana è espressamente voluto.

Anus quaedam, cum Syracusani omnes Dyonisii tyranni mortem optarent propter nimiam morum acerbitatem et animi saevitiam, sola cotidie deos precabatur ne tyrannus morte raperetur. Ubi hoc Dionysius cognovit, admiratus non debitam benevolentiam, arcessivit anum et cur ita faceret sciscitatus est. Tum illa:" Hoc facio sciens. Cum enim puella essem et a saevo tyranno Syracusani opprimerentur, ego mortem eius optabam. Cum autem is necatus est, tyrannus taetrior dominationem occupavit de cuius exitio deos precabamur. Nunc tu dominationem adeptus es, qui pessimus et crudelissimus omnium es. Quaproter ego, verens ne deterior sequatur, si tu opprimaris, deos precor ut diu te servent".

Traduzione

Mentre tutti i siracusani si auguravano la morte del tiranno Dionigi per l'eccessiva severità dei modi e la ferocia di animo, soltanto una vecchia ogni giorno pregava gli dei affinchè il tiranno non morisse. Quando Dionigi venne a saperlo, incuriosito per l'immeritata benevolenza, fece chiamare la vecchia e chiese perchè facesse questo. Allora quella: lo faccio ben consapevolmente. Quando ero giovane e i siracusani erano oppressi da un crudele signore, io pregavo per la sua morte. Quando quello fu ucciso, un tiranno ancora più malvagio prese il potere e noi chiedevamo agli dei la sua fine. Ora sei venuto a governarci tu, che sei il più malvagio e crudele di tutti. E per tale ragione, nel timore che alla tua morte ti succeda uno ancora peggiore, prego gli dei che ti conservino a lungo.
P.S.: ho dovuto eliminare il precedente analogo post, che nella parte commenti era diventato il bersaglio privilegiato di ogni genere di spam, e l'ho fedelmente riscritto perché oggi più che mai la situazione italiana mi pare assai vicina a quella vissuta dalla simpatica vecchietta di Siracusa.

Terzine

Una storia di gloria e di misfatti Un popolo d'eroi e di vigliacchi Una genìa di saltimbanchi e matti!